L’importanza delle Vie Francigene e la loro riscoperta internazionale pone l’area Prenestina e la Ciociaria al centro di un sistema strettamente interconnesso con l’arrivo e la partenza da Roma per la Terrasanta. La direttrice Prenestina/Casilina/Latina è ormai riconosciuta nel Lazio e in Italia come Francigena nel sud. I nostri paesi sono all’interno degli ultimi 100 km di cammino prima della città eterna e costituiscono la “testa di ponte” del percorso per raggiungere le coste pugliesi e proseguire sulla Via Egnazia e la Cappadocia per Gerusalemme. Ricerche e studi hanno dimostrato che l’enorme patrimonio culturale storico e religioso, diffuso in questo territorio. Anche a sud di Roma, verso la Terrasanta, non c’era una direttrice unitaria. I pellegrini potevano scegliere almeno su due possibili direttrici che portavano tutte egualmente a Benevento: la via Appia e la via Prenestina/Casilina/Latina. Almeno sino al VII-VIII secolo è stata dimostrata la continuità del tracciato primitivo della via Appia (poi si affermerà decisamente il percorso pedemontano). Il tracciato della Via Prenestina e Casilina/Latina, oltre che a servizio del traffico locale, fu usato sempre per i transiti a lunga percorrenza, da molti secoli prima di Cristo, per l’andamento geografico favortevole, la maggiore salubrità … Fu normale dunque per i pellegrini, dopo essere stati a Roma, utilizzarla per proseguire il cammino diretti a San Michele Arcangelo sul Gargano o per imbarcarsi, dalle coste pugliesi, per raggiungere la Terrasanta. Non a caso, già nel X secolo, è documentato l’uso del termine “Francisca” per un tratto di strada transitante per le proprietà del monastero di San Vincenzo al Volturno, in un’area cioè compresa nel fascio dei percorsi convergenti su Capua. Chi percorreva la Via Francigena, iniziando dalla via Prenestina dopo essere uscito da Porta Maggiore, incontrava Gabii, Palestrina, Anagni, Ferentino, Frosinone, Aquino, Cassino, Venafro, Teano e Benevento. Analogamente chi andava sulla Labicana trovava Labico, Valmontone, e dopo Anagni gli stessi siti della Prenestina; così come succedeva per la Via Latina che passava per Tuscolo, Artena, per raggiungere Anagni. Diverso era il percorso dell’Appia che costringeva ad allungare di un giorno il cammino, ma era più “comoda” soprattutto per i carri e le merci. Passava per Ariccia, Lanuvio, sino a Capua dove risaliva per Benevento. Superato Benevento i pellegrini raggiungevano la costa attraverso l’Appia Traiana oppure si dirigevano in senso quasi orizzontale verso il Gargano al Santuario di San Michele Arcangelo. Di prassi s’imbarcavano da Brindisi o da Otranto per la Terrasanta. Ovviamente, il viaggio si compiva in entrambe i sensi.
Credits : ViaFrancigenaSud.it