Il complesso della Chiesa e Convento di S. Maria delle Grazie è ubicato nella piazza omonima a ridosso del convento dei Padri Minori Conventuali. La chiesa e l’attiguo convento di Santa Maria delle Grazie, nel comune di Zagarolo, furono costruiti per volontà del Cardinale Giovanni Colonna, Vescovo di Sabina, nel 1200 in sostituzione di un romitorio. Anche in questo complesso, come in altri a Zagarolo, furono reimpiegati, vari reperti di epoca romana: il portico ad esempio è sostenuto da quattro colonne di cui due romane. All’interno, un trittico con una bella immagine di Madonna con bambino, dipinta su tavola da autore ignoto nel 1200 circa, è sempre stata oggetto di particolare venerazione. Sui pannelli sono raffigurati al centro una Madonna con Bambino, conosciuta come Santa Maria delle Grazie, e posta sull’altare maggiore: quest’opera, secondo la tradizione, è un dono di S. Francesco, di passaggio a Zagarolo, al ritorno dal viaggio in Palestina. Sui pannelli laterali sono raffigurati San Lorenzo e San Giovanni Battista. Nella chiesa sono conservate, oltre ad un crocifisso ligneo degli inizi del XVII secolo, alcune tele di vari artisti: Gerolamo Pesci (Immacolata Concezione con i Santi Agostino e Giovanni Evangelista; San Giuseppe, Sant’Anna, San Domenico e il monogramma mariano), ignoto Napoletano (Sant’Antonio da Padova e il Bambino Gesù; Estasi di San Francesco), Giuseppe Chiari (Miracolo di Santa Rosa di Viterbo). Quattro dei sei altari conservati nella chiesa sono provvisti di paliotti di marmo intarsiato dove si vedono emblemi e immagini di San Domenico. Dopo S. Francesco che la ricevette in dono dal cardinale Giovanni Colonna, fu onorata dalla visita di personaggi illustri, tra i quali si ricordano S. Bonaventura, S. Antonio da Padova, S. Roberto Bellarmino, S. Giuseppe Calasanzio, S. Leonardo da Porto Maurizio, i pontefici Bonifacio VIII e Sisto V, il Cardinale Cesare Baronio, S. Massimiliano Kolbe e numerosi altri. Nella cripta della chiesa sono sepolti vari membri della famiglia Colonna, primi fondatori dell’edificio, i cui nomi sono riportati su una grande lapide posta su una parete della sagrestia, e il pittore settecentesco Ludovico Gemignani. Oggi la chiesa è affidata ai Frati Minori Conventuali.
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