Zagarolo è una cittadina posta tra i Colli Albani e i Monti Sibillini, a 303 mt. sul livello del mare; il suo abitato è allungato su un ripiano diviso dai valloni di due torrenti. Esso consta di una parte medievale (Zagarolo vecchio) ed una nuova situata più a sud, di epoca tardo rinascimentale e barocca. Le origini di Zagarolo sono di epoca preromana, come testimoniano i numerosi reperti archeologici rinvenuti nel territorio comunale. La sua origine è controversa, rinvenimenti archeologici attestano che un centro sorgeva già nel VI sec. sulle rovine di un’antica città latina, Vola o Bolae, o sui resti della villa di Lucio Murena (località La Mariana); comunque per alcuni essa fu costruita dai prenestini come baluardo verso Roma, mentre per altri sorse intorno al X sec., allorchè Giovanni XIII Crescenzi, nel 970, diede in feudo il territorio prenestino alla sorella senatrice Stefania, con il compito di costruire una cerchia di castelli (tra cui Zagarolo) per difendere il territorio dai Saraceni.
Zagarolo fu a lungo contesa tra il Papato e i Colonna, tanto che nell’anno 1101, col nome di Gazzarolo viene nominata nella guerra fra Pasquale II e Pietro Colonna. Nel corso dei secoli tra vicende alterne, ospitò Bonifacio VIII che poi la distrusse per l’opposizione di altri colonnesi; ricostruita dopo la morte di questo papa si scontrò più volte con gli Orsini. Nel Medioevo fu occupata e distrutta più volte dalle truppe pontificie in missione contro i ribelli Colonna, che per secoli furono signori del feudo e che non riuscirono ad evitare la distruzione dell’abitato ad opera dei Vitelleschi nel 1439. Distrutta per altre due volte durante il XV sec., passò di nuovo ai Colonna nel 1503 per conto di papa Giulio II della Rovere; nel 1557 Camillo Colonna di Zagarolo diede al feudo uno statuto e nel 1569 diventò ducato per concessione di Pio V. Nel 1580 Pompeo Colonna diede inizio alla sua ricostruzione con la riedificazione della chiesa della Santissima Annunziata e suo figlio Marzio trasformò il borgo medievale in una cittadina d’impronta rinascimentale, dotandola di complessi architettonici di notevole valore; a causa delle eccessive spese sostenute, però, fu costretto a venderla al cardinale Ludovisi che, dopo un breve periodo, la cedette a sua volta al principe Giovan Battista Rospigliosi fino all’eversione dei diritti feudali. Nel ’600 il ducato passò prima al cardinale Ludovisi e per vendita, nel 1688 ai Rospigliosi che abbellirono ulteriormente il magnifico palazzo Colonna. Nel 1859 il borgo ebbe da Pio X il titolo di città.
Incerta l’origine del toponimo, da far risalire secondo alcuni al nome latino SAGAROLIUM, che indicava il luogo di lavoro dei SAGARII, fabbricanti di una particolare veste detta SAGUM. L’attenzione del visitatore è attratta in particolare dalla chiesa dell’Annunziata, costruita nel 1592 e dotata di un campanile ottagonale con una piccola cupola a cipolla, da palazzo Rospigliosi che, più volte rimaneggiato, conserva notevoli affreschi databili alla seconda metà del secolo XVI, dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie, risalente al XIII secolo, e dalla parrocchiale di San Pietro Apostolo, edificata nel 1717 e caratterizzata da un’armoniosa architettura barocca.
La struttura urbana risente fortemente di un processo ordinatore, di natura politico-economica, che nel Rinascimento modificò la maglia medievale e il palazzo baronale Colonna, per affermare l’assialità con San Lorenzo. Gli ampliamenti edilizi dell’epoca si possono certamente giustificare con un momento di particolare benessere economico e si collegano alla reintegrazione dei Colonna dei vari rami familiari nel possesso dei beni con Marcantonio II e nel pontificato di Pio IV, e alla “generosa” attività edilizia di Marzio Colonna. Prima del ‘500, Zagarolo era un esempio palese di architettura spontanea, ma proprio in quel momento storico cominciò ad assorbire elementi architettonici e dimensioni urbane subordinate a chiare esigenze organizzative di stretta marca rinascimentale nel senso più ampio della parola Di questo ampliamento si individuano varie fasi o meglio la sua durata. Così è possibile vedere degli elementi cinque-seicenteschi e anche settecenteschi sia nella decorazione che nella struttura delle case e vediamo, infine, svilupparsi un insieme di case a schiera, appunto secentesche, molto interessanti sia come soluzione interna che come fatto architettonico-urbano.
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