Viticoltura
vini della tradizione e non solo
Nei corso dei secoli la viticoltura ha mantenuto il ruolo di coltura principe del territorio, fino all’attualità, come testimonia la Sagra dell’uva, che si svolge annualmente a Zagarolo, il primo week-end di Ottobre eil ricordo non lontano dei famosi ‘carretti a vino’ che rifornivano le fraschette e osterie della Capitale. Alla base della produzione del vino Zagarolo DOC ci sono le uve dei vitigni a bacca bianca tradizionalmente coltivati nella regione Lazio: malvasia di Candia, malvasia del Lazio, trebbiano toscano, bellone e bombino bianco. Il vino Zagarolo è stato riconosciuto come DOC, Denominazione d’Origine Controllata, fin dal 1973. Le aziende vitivincole locali producono inoltre il ROMA DOC e diverse varietà di vini IGT Lazio……
Zagarolo DOC!
“Il vino Zagarolo DOC ha un colore giallo paglierino. Esprime un bouquet morbido e armonioso con fragranti note fruttate ed equilibrata freschezza”
Fattore umano
Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata tradizione hanno contribuito ad ottenere il vino “Zagarolo”.
La presenza della viticoltura nell’area delimitata risale all’epoca romana: gli Statuti della Comunità di Zagarolo, emanati il 31 luglio 1552, contengono numerosi capitoli che stabilivano le zone da destinare a vigneto, le modalità per determinare l’epoca della vendemmia e regolavano il commercio del vino.
Nei corso dei secoli la viticoltura ha mantenuto il ruolo di coltura principe del territorio, fino all’attualità, come testimonia la Sagra dell’uva, che si svolge annualmente a Zagarolo, il primo week-end di Ottobre.
E’ tradizione delle famiglie zagarolesi avere almeno 1 vigna dove di generazione in generazione coltivare e degustare il vino contadino auto-prodotto. Alla vigna o “igna” si coltiva e vendemmia, si ozia e si mangia bevendo “allu stazzu” ben più di 1 bicchiere in compagnia di amici e famigliari. La vigna con il tipico tinello sono inoltre il luogo perfetto per una siesta estiva per sfuggire alla calura nelle giornate più torride, magari con una sdraio o amaca sotto un albero di olivo o fico, un fresco bicchiere di vino e una magnifica vista sui Colli Albani e Monti Prenestini. Uno stile di vita “slow” invidiabile e per questo ben custodito dalla comunità locale.
Tre secoli dopo, nella relazione topografica di ogni paese del 1835, si parla così della città di Zagarolo: “Nulla manca all’ umano sostentamento, ed in particolare i vini sono il maggior reddito, mentre godono molta riputazione, potendosi assomigliare ai Veliterni per gagliardia, e per il rosso colore, non alterato come altrove con bacche di sambuco, ed altre cose poco confacenti. Le vigne restano corredate di eccellenti grotte ove i medesimi vini si conservano”.
Vitigni
Alla base della produzione del vino Zagarolo DOC ci sono le uve dei vitigni a bacca bianca tradizionalmente coltivati nella regione Lazio: malvasia di Candia, malvasia del Lazio, trebbiano toscano, bellone e bombino bianco.
I vini della denominazione Zagarolo sono prodotti nell’area a nord-est dei Castelli Romani, le vigne sono coltivate su esposizione comprese tra i 100 e 400 metri sul livello del mare.
I suoli sono piuttosto vari, con componenti calcaree, marne, arenarie e tufi d’antica origine vulcanica. Il clima è temperato, anche grazie alla presenza delle brezze del vicino mar Tirreno. I vini di Zagarolo, come di molte altre denominazioni laziali esprimono tutta la tipicità della tradizione del territorio e dei suoi vitigni autoctoni.
La malvasia di Candia e la malvasia del Lazio fanno parte della grande famiglia delle uve malvasia che dalla Grecia si sono diffuse in tutti i paesi costieri del Mediterraneo. Il nome, infatti, deriva dal porto di Monemvasia, situato nel Peloponneso, da dove partivano le navi con il pregiato nettare. Oggi in Europa e in particolare in Italia, sono presenti un gran numero di malvasie, più o meno aromatiche, a bacca bianca o nera, accomunate spesso solo dal nome, nonostante si tratti di varietà geneticamente differenti. La malvasia di Candia presente in Lazio è solo delicatamente aromatica, così come la malvasia del Lazio, conosciuta anche come puntinata per via delle macchioline color ambra che sono presenti sugli acini maturi.
Il trebbiano toscano è uno dei vitigni più diffusi della penisola, soprattutto nel centro Italia. In realtà il termine trebbiano è tradizionalmente utilizzato per molte varietà, anche diverse tra di loro. Quello toscano è un vitigno molto vigoroso e generoso che produce uve dal profilo aromatico neutro, ma con buona acidità. Possono inoltre concorrere in misura minore anche altre due uve, l’autoctono laziale bellone e il bombino bianco, coltivato oltre che in Lazio anche il Puglia ed Emilia Romagna.
Denominazione DOC
Il vino Zagarolo è stato riconosciuto con la Denominazione d’Origine Controllata fin dal 1973, in virtù dell’antica tradizione della viticoltura nella zona dei Castelli Romani. La zona di produzione comprende il territorio del comune di Gallicano e parte di quello di Zagarolo.
Il vino Zagarolo è stato riconosciuto con la Denominazione d’Origine Controllata fin dal 1973, in virtù dell’antica tradizione della viticoltura nella zona dei Castelli Romani. La zona di produzione comprende il territorio del comune di Gallicano e parte di quello di Zagarolo.
La denominazione di origine controllata «Zagarolo» è riservata al vino bianco, anche della tipologia Superiore, che risponde alle condizioni ed ai requisiti stabiliti nel disciplinare di produzione. Il disciplinare definisce la base ampelografica come segue: un massimo del 70% di malvasia di Candia e/o malvasia del Lazio, un minimo del 30% di trebbiano toscano.
Possono inoltre concorrere anche le uve dei vitigni bellone e bombino bianco per un massimo del 10%. Il titolo alcolometrico minimo deve essere di almeno 11,00%. Nel caso in cui il vino Zagarolo DOC abbia una gradazione alcolica superiore ai 12% può fregiarsi della menzione Superiore.
Il vino «Zagarolo» all’atto dell’immissione al consumo deve rispondere alle seguenti caratteristiche:
– colore: giallo paglierino più o meno intenso;
– odore: vinoso, delicato, gradevole;
– sapore: secco (o amabile), morbido, caratteristico, armonico.
Nel caso in cui la gradazione alcolica complessiva minima naturale del vino non sia inferiore ai 12 gradi ed esso venga immesso al consumo con una gradazione alcolica complessiva minima di 12,5 gradi, sull’etichetta potrà essere riportata la qualifica “Superiore”.
Temperatura di Servizio e abbinamenti
Il vino Zagarolo DOC si serve a una temperatura di 8/10 °C. E’ un vino territoriale, che a tavola si sposa molto bene con antipasti, prodotti tipici e la cucina tradizionale romana come ricotta fresca, mozzarella di bufala, pasta alla gricia, alla puttanesca, carciofi alla romana, coratelle in umido, fritture di pesce.
Vendemmia e Sagra
Storicamente la vendemmia viene realizzata nel periodo compreso tra metà Settembre e metà Ottobre, con possibilità di anticipo al mese di Agosto in caso di caldo torrido.
Il primo week-end di Ottobre viene tradizionalmente organizzata la “Sagra dell’Uva” che fonda le propria origine proprio nella grande festa finale che accompagnava la fine del faticoso periodo di vendemmia.
Aziende vinicole ed Enoteche
I viticoltori di Zagarolo sono protagonisti della produzione dello Zagarolo DOC e altre tipologie di vinificazione che hanno generato vini di successo ed autorevoli riconoscimenti. Tra i principali produttori di vino troviamo 3 Cantine: I Vini Loreti, Vini Federici e La Cantina del Tufaio. Tra le tipologie di vino prodotte troviamo vini della tradizione locale Zagarolese e quindi lo Zagarolo DOC e Superiore ma anche vini della tradizione Laziale con eccellenti bottiglie di Cesanese finanche la produzione di spumanti realizzati con metodo classico “champenoise“. E’ possibile degustare la vasta offerta direttamente presso le Cantine produttrici, ristoranti del territorio ed enoteche “wine-shop“.